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mercoledì 28 marzo 2012

Pene capitali: +80%. Anno nero per le esecuzioni

COMUNICATO STAMPA

 

Pene capitali: +80%. Anno nero per le esecuzioni

 

Di quasi l'80%, l'incremento dell'esecuzioni capitali registrate nel 2011 rispetto all'anno precedente anche se nel mondo sono sempre meno i Paesi che uccidono per legge, ma che giustiziano sempre più persone.

E' quanto denuncia Amnesty International nel suo rapporto annuale sulla pena di morte. 

Alle 676 condanne recensite sfugge la Cina che sono segreto di Stato. Amnesty International ha cessato di fornire dati basati su fonti pubbliche cinesi, poiche' e' probabile che sottostimino enormemente il numero effettivo delle esecuzioni. Amnesty International ha rinnovato la richiesta alle autorita' cinesi di pubblicare i dati relativi alle condanne a morte e alle esecuzioni, per poter accertare se sia vero quanto da esse affermato, e cioe' che una serie di modifiche alle leggi e alle procedure ha ridotto significativamente, negli ultimi quattro anni, l'uso della pena di morte. Dal 2007 la Cina avrebbe dimezzato le condanne a morte, ma rimane sempre col triste primato di Paese col maggior numero di esecuzioni: 4mila all'anno, 8 volte di più della somma delle esecuzioni mondiali. La cifra è stata calcolata dall'organizzazione americana Dui Hua, in base ai risultati e alle dichiarazioni di alcune personalità accademiche cinesi intervenute in un seminario sulla pena di morte, organizzato ad Hangzhou. L'incontro, tenutosi ai primi di dicembre, aveva a tema proprio la pena di morte in Cina. In questi ultimi due anni, il governo ha eliminato la pena di morte per 13 reati, prevalentemente di natura economica, e sono state presentate al Congresso nazionale del popolo una serie di misure per ridurre il numero dei casi di tortura durante la detenzione, rafforzare il ruolo degli avvocati difensori e assicurare che gli imputati di reati capitali siano rappresentati da un legale.

Se in Cina non c'è un sistema giudiziario indipendente, in Iran e Arabia Saudita i processi si svolgono in gran segreto e finiscono inevitabilmente per prendersela contro gli oppositori e le esecuzioni ufficialmente recensite in  Iran, ammontavano tuttavia nel 2011 ancora a 360.

Nota positiva, sottolinea Giovanni componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", il calo delle condanne a morte, che conferma un regresso su scala globale nell'applicazione della pena capitale.Nel continente europeo l'unico stato ad applicare ancora la pena capitale è la Bielorussia. Un macabro primato, che fra i grandi del G-20 spetta ancora agli Stati Uniti.

 

Lecce, 27 marzo                                                                                                                                                                                                  

Giovanni D'AGATA




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Redazione del CorrieredelWeb.it
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