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giovedì 26 luglio 2012

SPENDING REVIEW: RUGHETTI (ANCI), NECESSARIA MAGGIORE SERIETA’ SU DATI

‘’Ogni giorno leggiamo cifre approssimative utili solo per comparire su giornali’’

‘’È partita come sempre la rincorsa dei numeri: tutti pronti con i dati dei Comuni sulla spending review. In questa settimana abbiamo letto  le varie classifiche dei buoni e dei cattivi. A questo punto è pero’ necessario fare alcune considerazioni preliminari prima di fare delle classifiche’’. E’ quanto afferma Angelo Rughetti, Segretario Generale ANCI. Nel ricordare che ‘’il decreto legge ‘spending review’ della cosiddetta fase due, dispone per i Comuni una riduzione del fondo sperimentale o dei trasferimenti per i Comuni delle Regioni Sicilia e Sardegna di 500 milioni per il 2012, che diventa di 2000 milioni a decorrere dal 2013’’, Rughetti rileva che ‘’le riduzioni delle risorse deve essere computata tenendo conto dell’analisi della spesa effettuata dal Commissario straordinario, degli elementi di costo dei singoli settori merceologici, dei dati raccolti per l’analisi dei fabbisogni standard. Nel caso in cui la metodologia appena esposta per l’assegnazione del taglio non produca risultati convincenti, allora si procede con il taglio in proporzione alle spese sostenute per consumi intermedi sulla base dei dati SIOPE 2011. Ipotesi, quest’ultima, che desta forti perplessità’’.  ‘’I dati Siope, segnala Rughetti – sono infatti esclusivamente la rilevazione per cassa dei pagamenti effettuati dai comuni in un determinato periodo dell’anno. Ciò significa che il dato SIOPE di un anno non rappresenta il costo sostenuto dall’ente quell’anno per erogare un servizio o acquistare un bene, ma semplicemente il pagamento effettuato dall’ente che può riferirsi ad acquisti relativi a più anni. Pertanto, se un ente ha un contratto di fornitura con pagamento biennale diventa sprecone rispetto ad un ente che liquida i pagamenti per lo stesso servizio anno per anno! Ma la cosa più grave – sottolinea - è che essendo dati di spesa, i dati SIOPE non consentono di distinguere, a parità di spesa, chi ha dato molto pagandolo poco, da chi ha offerto poco facendolo costare un sacco. Ancora una volta, il rischio, se non la certezza, di confondere per virtuoso chi spende poco, ma che non da niente alla propria collettività, e per sprecone il Comune che minimizza i costi per dare molti servizi, è molto elevato’’. ‘’Un altro aspetto merita di essere considerato. Nella classificazione “consumi intermedi” – evidenzia il Segretario Generale ANCI - ricadono voci che non sono acquisti di beni, ma vi confluiscono le spese relative ai contratti di servizio (smaltimento rifiuti, trasporto,) e all’acquisto di servizi per conto dei cittadini (mense scolastiche, rette di ricovero in struttura per anziani e portatori di handicap etc.). Tagliare linearmente queste voci significa tagliare linearmente le quantità di servizi erogati direttamente ai cittadini’’. ‘’Per avere un’idea dell’effettiva dimensione della componente di spesa relativa agli acquisti dei comuni – spiega Rughetti - si consideri che rispetto ai 25 miliardi circa di spesa, che in base ai dati Siope dovrebbe essere aggredita, solo 6 miliardi riguardano veri acquisti di beni e servizi sui quali è possibile efficientare i costi. Dove allora è possibile fare ‘risparmi’? Prevedere un risparmio di 2 miliardi su 6 significa obbligare i comuni a rivedere la spesa del 33%. Quali altre amministrazioni lo fanno? E come è possibile immaginare di non toccare la quantità di servizi realizzati? Diversamente, i comuni devono tornare a ridiscutere contratti per la gestione di servizi essenziali? Oppure devono ridurre la spesa per i servizi agli anziani o le mense scolastiche?’’
‘’Oltre alla difficoltà di ridurre queste spese – aggiunge Rughetti - nell’aggregato rientra anche la voce delle consulenze. Tale voce indubbiamente in alcuni casi può essere ridotta,  ma  in altri è l’unico modo possibile per gestire alcuni servizi. Ne è l’esempio il comune di Venezia, che usa lo strumento della consulenza per fare assistenza agli anziani, in quanto non potrebbe gestire internamente il servizio per carenza di personale e per le stringenti regole sulle assunzioni’’. ‘’Come ANCI – conclude – siamo sempre disponibili a confronti seri per andare a tagliare dove è giusto, ma non accettiamo processi sommari e esposizioni al pubblico ludibrio’’.

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