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mercoledì 28 marzo 2012

RIFIUTI: WWF, LAZIO SOTTOSCACCO CON PIANO INADEGUATO E INVESTIMENTI COSTOSI - I dati


RIFIUTI

 

WWF: "LAZIO  SOTTOSCACCO CON UN PIANO INADEGUATO E INVESTIMENTI COSTOSI  SU DISCARICHE E INCENERITORI"

 

Nel Lazio l'ecotassa tra le più basse d'Europa, per un introito di 42 mln euro l'anno.  In discarica e negli inceneritori l'85% dei rifiuti prodotti, pari  2 mln e 800mila tonnellate annue

 

L'appello al Ministro Clini: parta dal caso Lazio per rivedere le politiche di gestione dei rifiuti nel nostro Paese, puntando su meccanismi di sostegno e disincentivazione fiscale ed economica

 

In coda: in 5 punti le proposte del WWF per uscire da un'emergenza voluta e il caso Napoli

 

Da almeno quindici anni nella Regione Lazio sembra non si possa avere altra scelta che quella di investire su impiantisca da combustione e realizzazione di discariche.

Un sistema che secondo la ricostruzione presentata oggi dal WWF, sulla base dei dati estratti da diverse fonti, si rivela significativamente costoso e con un risultato in termini di benefici ambientali ed economici addirittura dannoso.

Da un confronto con gli altri stati europei in Italia i disincentivi fiscali sullo smaltimento sono molto bassi e non riescono a disincentivare tale pratica. Anche per questi motivi si continuano a programmare nuovi impianti di trattamento termico e discariche. Per quanto riguarda il Lazio l'ammontare dell'ecotassa è ferma ai valori del 1997, ciò fa si che nella nostra regione vengano smaltiti circa l'85% dei rifiuti prodotti pari a 2 milioni e 800 mila di tonnellate annue.

Questo quadro è aggravato dal fatto che i cosiddetti impianti di termovalorizzazione beneficiano di appositi incentivi, mentre per quelli di riciclaggio non vi è alcuna previsione di sostegni finanziari diretti o indiretti.

Il WWF ritiene che il costo dell'ecotassa dovrebbe essere aumentato, al fine di disincentivare smaltimento ed incenerimento, vincolando inoltre  la destinazione dell'ammontare realizzato al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Solo così si riuscirà a invertire la rotta verso il recupero dei materiali, verso cioè la Società del riciclaggio a cui l'Europa ci chiama.

Sottrarre le incentivazioni per l'impiantisca da combustione, destinandoli alla raccolta differenziata darà modo di programmare la progressiva uscita dalla dipendenza delle discariche e degli inceneritori, contribuendo, inoltre, all'abbassamento dei costi del sistema in generale e soprattutto sulle tariffe applicate ai cittadini.

"A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, –– dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio - pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma,  si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso. Si aprano immediatamente i siti di compostaggio senza i quali è impensabile prevedere l'avvio di una serie puntuale raccolta differenziata porta a porta.

Convertire gli attuali TMB in siti di compostaggio potrebbe essere una scelta di facile realizzazione nel breve termine. A Roma, per esempio, abbiamo solo l'impianto di Maccarese che riceve il 35% dell'organico raccolto nella Capitale, destinando al Nord il rimanente, con enormi costi gestionali che erroneamente vengono imputati al sistema porta a porta", conclude Ranieri.

"Siamo molto interessati alle azioni che assumerà il Ministro Clini. Infatti potrebbe partire dal caso del Lazio per rivedere le politiche di gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Spetta allo Stato introdurre meccanismi di sostegno e di disincentivazione fiscale ed economica, che sono il migliore strumento a disposizione delle Amministrazioni per cambiare i modelli di gestione. Come è successo in altri stati europei, potrebbe avvenire anche nel nostro Paese. – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Lo studio, che presentiamo oggi, sfata molti miti, a cominciare da quello che una maggiore raccolta differenziata costa di più. Infatti, i costi unitari di gestione dei rifiuti sono più alto dove è più basso il livello di differenziazione. Inoltre, dimostra come nel Lazio esistono già oggi risorse sufficienti per sostenere la raccolta porta a porta, la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. E' dunque solo una questione di volontà."

In conclusione il WWF chiede alle Amministrazioni di agire subito secondo le cinque priorità per far uscire questa regione dalle finte logiche emergenziali.

LE PROPOSTE WWF: 5 PUNTI PER USCIRE DA UN'EMERGENZA VOLUTA. Cinque i punti di immediata applicazione che farebbero uscire la regione da questa situazione di emergenza voluta.

1. Si deve immediatamente attivare un programma di prevenzione con precisi obiettivi e relative scadenze.

2. Si deve raggiungere il 65% di raccolta differenziata spinta utilizzando il sistema porta a porta.

3. Si deve sostenere l'attività di riciclaggio attraverso il finanziamento di impianti di compostaggio, ma soprattutto curarne l'effettiva loro realizzazione;

4. Si deve aumentare l'ecotassa,  per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento.

5. Vincolare l'ecotassa al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

'PORTA A PORTA' A NAPOLI: ALTO GRADIMENTO IN 6 QUARTIERI. Uscire dall'emergenza rifiuti con la raccolta differenziata 'porta a porta' è possibile. Lo dimostra proprio l'esperienza di sei quartieri di Napoli (Bagnoli, Colli Aminei, Rione Alto, Ponticelli, Chiaiano e San Giovanni a Teduccio), premiata dal WWF Italia come una delle 9 buone pratiche italiane nell'ambito del concorso "City Challenge – Reinventiamo le città", lanciato in occasione di Earth Hour 2012 (31 marzo). Ma a promuovere il 'porta a porta' a Napoli, realizzato dal WWF Ricerche e Progetti, sono stati innanzitutto i cittadini, come testimoniano i risultati dell'indagine del Dipartimento di Sociologia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, volta a misurare la soddisfazione dei circa 150mila cittadini coinvolti e condotta su un campione di 602 intervistati, tra il 20 dicembre 2011 e il 23 gennaio 2012, secondo la quale il 77,8% degli intervistati è rimasto complessivamente soddisfatto del servizio: l' 8% in più dell'anno scorso. Il dato più eclatante riguarda la ritrovata fiducia dei cittadini in Asia e nel Comune di Napoli: salita dal 29,3% del 2010 al 47,3%. Venti punti in più.

 

Ulteriori documenti, distribuiti oggi in conferenza stampa su cd, possono essere richiesti all'ufficio stampa del WWF

 

Roma, 28 marzo 2011

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