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mercoledì 30 settembre 2009

A PROPOSITO DI SCUDO FISCALE, TASSE E COSITUZIONE.

 

A PROPOSITO DI SCUDO FISCALE, DI TASSE E DI COSTITUZIONE.

di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco


La "politica dei condoni" è il tratto distintivo dell'azione di governo del Ministro Tremonti, che interpreta con arroganza e spudoratezza il ruolo di esprimere con provvedimenti legislativi i desidèri di tutti quegli italiani "furbi", che pensano sia giusto non pagare le tasse. Il Ministro aveva già dato grande prova di se nel precedente Governo Berlusconi e tutti si aspettavano il ritorno dei "condoni fiscali". Non è un caso che nella seconda metà dell'anno scorso, si è registrato un crollo delle entrate fiscali dello Stato, alimentato dalla crisi e dall'aumento della evasione. Lo "scudo fiscale", il provvedimento che consente il rientro dei capitali, esportati illegalmente all'estero, fa parte della grande famiglia dei condoni, perché permette di regolarizzare reati amministrativi e penali attraverso il pagamento di una sanzione minima. Il beneficio che lo Stato ne trarrebbe, sarebbe il rientro, tutto da dimostrare dei capitali depositati all'estero, con la speranza di un loro utilizzo in nuovi investimenti per riavviare la crescita economica.

Questo provvedimento è ingiusto sia sul piano sociale che su quello morale, per dimostrarlo faremo, come nostra abitudine degli esempi: Un lavoratore in cassa integrazione ha mediamente diritto ad una indennità di 1031 euro al mese, comprensivi degli assegni familiari per moglie e figli a carico. Il periodo di erogazione della indennità è di 52 settimane, prorogabile al massimo di un anno, al termine del quale il lavoratore o viene ripreso in azienda, oppure è disoccupato. Su questa indennità il lavoratore paga di tasse un aliquota del 5,87% allo Stato, con l'aggiunta delle addizionali comunali, provinciali e regionali. Al termine di queste operazioni gli verrà corrisposto un assegno di 940 euro, con una trattenuta di 91 euro, per un aliquota pari a 8,8%. I soldi della C.I.G.,sono coperti dai finanziamenti europei previsti per lo sviluppo del Sud. Secondo il provvedimento di Tremonti, chi ha portato i capitali all'estero, compiendo reati finanziari e societari, come il falso in bilancio e la distruzione di documenti, potrà far rientrare i suoi capitali dalle banche estere in pieno anonimato pagando solo il 5% della somma che intende far rientrare. Un cassaintegrato paga lo 0,87% in più di un evasore fiscale accertato. L'ingiustizia del sistema fiscale italiano è evidente, se Tremonti avesse fatto una proposta del genere negli Stati Uniti, lo avrebbero considerato un immorale contrario ai principi americani. In Italia, dal centro destra è considerato geniale!

Ma continuiamo con gli esempi: ad un giovane precario, che ha ottenuto un contratto a progetto di 1000 euro al mese per un anno, senza straordinari, senza malattia o infortunio, senza tredicesima, gli verrà erogato, al netto delle trattenute,la somma di 730 euro mensili. L'aliquota fiscale, prevista per i redditi superiori ai 200.000 euro, nel nostro paese arriva fino al 47%. A questo proposito è utile ricordare che coloro che denunciano somme superiori a questa cifra, in Italia, sono appena lo 0,18% dei contribuenti. La maggior parte di loro sono ricchi pensionati e importanti manager. Insomma, secondo queste statistiche in Italia non ci sono ricchi! Il fenomeno dell'evasione fiscale totale, della mancata denuncia dei redditi, delle false dichiarazioni, ha una lunga tradizione nel nostro paese. Per un italiano pagare le tasse è incomprensibile, non fa parte della cultura della borghesia italiana, che ha sempre preteso di organizzare il sistema del prelievo fiscale su i redditi da lavoro alla fonte, mentre per la rendita parassitaria e per quella finanziaria bisognava avere una attenzione particolare. La pratica di esportare i capitali in Svizzera, nacque negli anni del boom economico e da allora non si è mai fermata. Un imprenditore italiano preferisce pagare fino al 20% del suo capitale ad una banca svizzera, che non versare le tasse nel nostro paese. Costa molto tenere i propri soldi nei paradisi fiscali, ecco perché Tremonti prevede una aliquota così bassa per il rientro dei capitali depositati all'estero. Perché i poveri evasori già hanno sostenuto spese per portare i loro capitali all'estero. E' incredibile, ma questo è il modo in cui ragiona questa maggioranza di centro destra senza morale e senza cultura dello Stato. Occorre offrire convenienze ai ricchi proprietari dei capitali, per costringerli a pagare delle tasse con aliquote più basse dei cittadini a reddito fisso. Quelli che contribuiscono a determinare la ricchezza del nostro paese con il proprio lavoro, pagano le tasse e sono i primi a subire la crisi; i furbi che si sono arricchiti con la rendita parassitaria, con la speculazione e lo sfruttamento, sono al centro dell'attenzione del Governo, per consentirgli di far rientrare i propri capitali. Poiché la maggioranza è spudorata nella sua azione di Governo e non si ferma nemmeno davanti all'indignazione di tutto il paese, lo "scudo fiscale" sarà approvato con un voto di fiducia. A questo punto la battaglia di tutte le persone perbene deve essere quella che i pochi benefici che si trarranno da questo ingiusto provvedimento siano a favore degli onesti che pagano le tasse e che in questa fase soffrono per la crisi. I soldi di questo nuovo condono devono essere utilizzati per detassare le tredicesime, per aumentare il valore della cassa integrazione e della indennità di disoccupazione, mentre le pensioni più basse devono essere aumentate; deve essere rinnovato il contratto degli statali e i precari della pubblica amministrazione devono essere assunti.

Il grande ministro, Tremonti, che ha grandi idee per il Sud, ha affermato che il provvedimento dello "scudo fiscale" porterà ben tre miliardi e mezzo di entrate allo Stato, quindi i soldi ci sono per i provvedimenti che immaginiamo. Se non c'è più una morale collettiva, se ai vizi privati corrispondono i vizi pubblici, ostentati come un merito; la sinistra non si può fare carico di responsabilità che non ha. Passare come lo schieramento che vuole far aumentare le tasse è politicamente sbagliato, perché è socialmente ingiusto. Il canone della televisione non deve essere più pagato dai cittadini, è giusto, ma bisogna imporre anche un freno ai costi enormi, 20 euro al mese per gli abbonamenti alle televisioni private, che hanno monopolizzato il calcio e guadagnano sulle pubblicità, oltre che sul costo dei pacchetti offerti. Meno tasse per i più poveri, più tasse per i ricchi e per gli speculatori. A proposito, che fine ha fatto la proposta della "Robin tax" Un'altra inutile demagogia del "ineffabile" Tremonti?

 
 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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