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martedì 24 marzo 2009

PIANO CASA: WWF "PARCHI SOTTO SCHIAFFO"

PIANO CASA: PARCHI SOTTO SCHIAFFO
IL WWF: "RIENTRERANNO MOLTI ABUSI INCONDONABILI"


Il Piano casa del Governo consente gli aumenti di cubature anche all'interno di parchi e, più in generale, di tutte le aree naturali protette, comprese quelle di competenza Regionale. Infatti le uniche aree escluse dai nuovi interventi edificatori sono solo "le aree gravate da vincolo di inedificabilità assoluta ivi comprese le zone A dei parchi, delle aree naturali ed archeologiche".

Tale indicazione, certamente non casuale, è incredibilmente insufficiente. Addirittura restano fuori persino le zone B dei parchi, vale a dire le Riserve Generali Orientate, dove la legge prevede il divieto di "costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio".

La questione è però altra: le zone A (cioè le riserve integrali) sono definite dal piano parco (o piano d'assetto stando alla terminologia di alcune Regioni), se quindi il piano non è ancora stato adottato, non esisterà la zona A. Basti pensare che solo due parchi nazionali hanno il piano parco.

Con enorme fatica tutti gli enti gestori delle aree protette hanno operato per il contenimento dell'espansione edilizia e dell'abusivismo, trovando sponda solo nelle misure di salvaguardia e nei piani paesaggistici.

Strumenti che verrebbero messi in crisi dal provvedimento del Governo che addirittura all'art. 1 stabilisce senza specificazione alcuna (e quindi senza esclusione alcuna) che l'ampliamento dell'unità immobiliare mediante la realizzazione di nuovi volumi e superfici possa avvenire "in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti e adottati, e ai regolamenti edilizi".

C'è poi la questione abusivismo nei parchi che in modo chiarissimo era stata già affrontata dal condono 2003 con l'esclusione di ogni possibilità di condonare gli abusi nei parchi che non erano entrati nei termini dei condoni precedenti, cioè quello del 1985 e quello del 1994. Su questo tema il provvedimento del governo fa un vero e proprio pasticcio.

Si prevede infatti che gli ampliamenti possano avvenire su unità immobiliare ultimate entro il 31 dicembre 2008 "anche in sanatoria".

Se la norma verrà approvata in questa forma, sarà difficile capire se ci si riferisce alla sanatoria ordinaria o al condono e, quindi, se questo debba essere già stato conseguito entro quella data.
Il rischio è che si possa ritenere assentibili le ulteriori cubature anche sugli immobili per cui a quella data era pendente un'istanza di sanatoria che però viene definita successivamente.
Inoltre, pragmaticamente e con esclusione delle sole aree demaniali, sarà impossibile tenere fuori gli abusi non condonabili.
Chi in un'area protetta ha realizzato un abuso e non lo ha potuto condonare ai sensi del condono 2003, oggi farà certamente un finto abbattimento con ricostruzione (magari aumentando la cubatura) con l'effetto pratico di sanare ed ampliare quanto realizzato.
Garanzie solo apparenti per gli immobili soggetti ad ordinanze di demolizione. Sebbene venga previsto il divieto di ogni intervento sugli immobili abusivi su cui gravi un'ordinanza oggetto di demolizione, la gran parte di queste non sono eseguite perché oggetto di ricorso, né si tiene conto che sono migliaia gli immobili abusivamente realizzati su cui sia le Amministrazioni che le Procure non hanno fatto alcun accertamento.

Alla luce di questa analisi il WWF chiede agli enti preposti alla gestione delle aree protette, Enti parco insieme a Federparchi, di esprimersi in tal senso facendo comprendere la gravità delle ricadute del decreto in vista della Conferenza Stato Regioni e s del prossimo Consiglio dei Ministri.


Roma, 24 marzo 2009
Ufficio stampa WWF Italia - 06-84497377, 265, 213, 463

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