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mercoledì 26 aprile 2006

COLESTEROLO: ESPLODONO I CONSUMI DELLO YOGURT CHE LO ABBASSA

Yogurt anticolesterolo. Il boom
Dopo lo yogurt al bifidus che riequilibria l'intestino, è la volta dei minidrink che buttano giù il colesterolo. Il concetto è ancora nuovo per i consumatori italiani, ma piano piano i nostri supermercati stanno facendo spazio a nuovi alimenti, cibi "buoni", che non solo e non sempre si limitano a nutrire, ma fanno bene alla salute. Una nuova famiglia di prodotti pensati in laboratorio, e arricchiti con quelli che l'Unione europea ha etichettato come Novel foods, ingredienti naturali che svolgono un ruolo protettivo nell'organismo umano.
L'ultimo arrivato in Italia, è appunto il Danacol della Danone, alleato contro il colesterolo, che ha fatto il suo ingresso assieme ad altri due "gemelli", Il Pro activ della Unilever, e il finlandese Benecol, che per ora è in vendita solo in alcuni supermercati in Alto Adige.

In comune, questi tre prodotti, hanno il fatto di essere "impreziositi" dall'aggiunta di fitosteroli, grassi vegetali estratti dalle piante, che hanno la proprietà di limitare nell'organismo l'assorbimento del colesterolo cattivo, l'Ldl, uno tra i fattori di rischio più significativi per le malattie cardiovascolari. I nuovi drink (o yogurt) hanno anche la qualità di arrivare con un tempismo perfetto. In perfetta sintonia con l'uscita di questi prodotti è arrivato l'allarme dell'Istituto superiore di sanità sulle condizioni di salute dei nostri connazionali, che, in 57 casi su 100 presentano i livelli di colesterolo Ldl oltre i limiti. E sono potenzialmente a rischio di ictus e infarto. Per loro, consiglia la pubblicità, un minidrink al giorno. E non si tratta delle solite trovate del marketing: in effetti, il prodotto funziona. I fitosteroli, contenuti in natura nella frutta secca, e in una grande varietà di vegetali tra cui la soia o l'olio di semi di girasole, sono realmente in grado di inibire l'assorbimento del colesterolo "cattivo" che viene ingerito con gli alimenti, perché agiscono nell'intestino, dove, in un certo senso, prendono il posto delle molecole di Ldl. Più di uno studio clinico ha dimostrato che l'assunzione di 3 grammi al giorno è in grado di fare scendere i livelli di colesterolo del 10, 12 per cento.

Alimenti o farmaci
Ma, come tutte le sostanze che "agiscono" nel corpo umano, anche i fitosteroli non mancano di controidicazioni. Perché, pur essendo venduto nel bancone degli yogurt, il minidrink deve essere consumato in dosi limitate. E pur essendo naturale al cento per cento non può essere assunto dai bambini e dalle donne in gravidanza. Insomma, ha caratteristiche che per certi aspetti lo fanno sembrare più a un medicinale che di un alimento. Non è un caso che, per la commercializzazione dei prodotti arricchiti con fitosteroli, l'Unione Europea abbia stilato un regolamento ad hoc, che impone alle aziende di informare i consumatori su alcuni, non trascurabili aspetti. Aspetti che sono però finiti scritti in corpo minuscolo in fondo alla pagina pubblicitaria. Quello che invece andrebbe chiarito, è, per iniziare, che la commercializzazione di questi alimenti non è rivolta a tutti, bensì "alle persone che intendono ridurre i livelli di colesterolo nel sangue", spiega Gianna Ferretti, docente all'Istituto di Biochimica dell'Università Politecnica delle Marche, e da anni studiosa del fenomeno Novel foods. "Non solo. Gli stessi dossier scientifici relativi a questi prodotti - e che ne hanno permesso l'autorizzazione al commercio in Europa - segnalano che i pazienti che seguono una cura per ridurre il colesterolo devono consumare il prodotto soltanto sotto controllo medico. Non ultimo, una assunzione elevata (vale a dire più di 3 grammi al giorno) provoca una riduzione del betacarotene nel plasma che risulta controindicata per le persone con carenze di vitamina A".
Bere un minidrink, non è proprio come bere un bicchier d'acqua. "Occorre dare al consumatore tutte le informazioni necessarie", continua la Ferretti, che di qualità degli alimenti e informazione si occupa anche nel suo blog www.trashfood.com, "perché l'assunzione di questi prodotti sia associata a una dieta ricca di frutta e verdura. Quello che conta, poi, è che i consumatori sappiano che non esistono cibi 'miracolosi' e che non ci si può affidare esclusivamente a un drink per regolare la propria colesterolemia. Benché i fitosteroli possano esercitare un ruolo regolatore sull'assorbimento del colesterolo assunto durante il pasto, andrebbe detto che il colesterolo non deriva solo dalla dieta, ma viene sintetizzato (dunque prodotto, ndr.) anche dal nostro fegato". Sul colesterolo che produciamo noi, i drink non hanno alcun effetto. "Invece chi acquista è rassicurato dal fatto che i drink si trovano nel banco-frigo, in mezzo a tanti altri latti fermentati", conclude la Ferretti, "e non tutti hanno conoscenze approfondite per assumere un atteggiamento critico nei confronti di questi prodotti e sulla loro efficacia".

Fonte: Il Salvagente

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