Pacifico (Anief-Confedir): nel testo ufficiale del decreto approvato dal CdM si parla di "invarianza finanziaria", che per diverso tempo bloccherà le buste paga a circa 1.200 euro al mese. E nemmeno si garantisce il rispetto del piano triennale: in caso di riduzione di posti e mancato turn over, saranno inevitabili le conseguenze negative sul contingente da stabilizzare. C'è già il precedente del concorso a cattedra, con i vincitori rimasti a casa perché le cattedre non erano più libere.
Le 69mila assunzioni decise dal Consiglio dei Ministri hanno un prezzo non indifferente: quello del mancato adeguamento stipendiale di tutti coloro che verranno immessi in ruolo nel prossimo triennio. È quanto si evince da un'analisi del testo ufficiale del decreto, approvato il 9 settembre, nella parte in cui si indica la necessità di avviare "una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l'invarianza finanziaria".
"Da parte del Governo, dunque, - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - vi è la chiara volontà di assumere del personale e mantenerlo per un tempo congruo con lo stipendio bloccato a circa 1.200 euro al mese. Addirittura inferiore a quello che docenti e Ata percepiscono oggi da precari. Con la leggera flessione dello stipendio dovuta, una volta assunti in ruolo, all'aumento delle trattenute fiscali e previdenziali. E questa situazione rimarrà tale per diverso tempo. Inoltre, anche se i dipendenti, in caso di ricorso, dovessero ottenere l'adeguamento, il pagamento non sarebbe comunque retroattivo. Quindi si tratta di mancati aumenti irrecuperabili".
Ma c'è anche un altro provvedimento, sempre contenuto nel decreto governativo, che farà discutere: la stima di assunzioni fornita dal Governo e dal Ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, è relativa alle attuali vacanze di posti e alle ipotesi di pensionamento. Che potrebbero anche variare. Purtroppo pure in negativo. Facendo ridurre, in tal caso, il numero di immissioni in ruolo. Evidentemente non è bastato all'amministrazione quanto accaduto questa estate con il concorso a cattedra, con migliaia di posti spariti nel nulla a causa di errori tecnici di programmazione, un'ulteriore "stretta" agli organici e il blocco del turno over imposto dalla riforma Fornero.
In base a quanto stabilito a Palazzo Chigi, inoltre, gli istituti con meno di 900 alunni verranno accorpati. E perderanno il dirigente scolastico. "Anziché aggirare la sentenza della Consulta - commenta Pacifico - sarebbe stato sicuramente più opportuno ripristinare il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. Annullando quella norma che ha già prodotto la soppressione di almeno 1.500 istituti scolastici".
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